domenica 25 novembre 2012

Niccolò Carnesi - Playlist - Gli eroi non escono sabato

Che cosa dire di Niccolò Carnesi? Nulla di quanto non sia già stato scritto visto che ormai è quasi un anno che il suo disco "gli eroi non escono il sabato" è stato pubblicato. Questo album non è mai uscito dal mio lettore MP3 in questi ultimi mesi, ed a più riprese mi appassiono alle canzoni scoprendo angolature differenti. Oggi però è sabato ed io almeno esco, ho tre donne che mi aspettano.

Playlist (tutte da "gli eroi non escono sabato", 2012)

Il colpo
Credo che la prima volta che ho sentito "il colpo" non ero tanto convinto della bravura di Carnesi. Infatti per qualche mese ho lasciato da parte questo artista di cui sentivo solo parlare bene. Forse era la voce che non mi convinceva. Un giorno in chat un collega mi scrisse qualcosa del tipo "i sassi non rotolano più, al massimo solo sugli iPod" aggiungendo "questa la capiamo in pochi". Non ero d'accordo, le pietre rotolanti le conosciamo tutti. Però in quello stesso momento mi venne di canticchiarla quella canzone e da allora non ho più smesso.

Levati
"Levati di dosso quella giacca che senza scollatura vali molto poco come me senza chitarra". Divertente come tutto il testo. Una invettiva futile contro una donna ma anche contro tutto ciò che circonda lei e lui, questo mondo in cui viviamo e vivono loro.
Voglio tornare a Zanzibar (con Brunori SAS)
Ancora una volta siamo sul divertente, bel testo di fuga e risate, un po' come cantare "sotto questo sole bello pedalare". Brunori SAS si sposa alla perfezione col testo e lo spirito della canzone, si integra benissimo. Fossero stati un minimo più conosciuti questa sarebbe una hit estiva coi controfiocchi.

Moleskine
Le Moleskine sono quei quaderni spesso blu che non ho mai comprato. Non mi convincono. Sembrano appartenere al destinatario di questa canzone. Un presunto poeta che va a Parigi e scrive poesie sulla carta igienica, o le ricopia per l'appunto sulla Moleskine. La brevità e la concretezza di questa canzone me la fanno somigliare ad un mio pensiero, la sento vicina ed universale.

sabato 17 novembre 2012

Filippo Gatti - Il pilota e la cameriera - Playlist

Si dice e si scrive che all'epoca degli "Elettrojoyce" il suo leader Filippo Gatti a Roma nei locali spaccava di brutto.
Io non ho vissuto a Roma in quegli anni lì, stiamo parlando del periodo che va dal 1994 al 2000,  però da quando ho conosciuto la musica di Gatti sono sempre stato curioso di approfondirne la sua arte. Mi è arrivato alle orecchie attraverso una cover, da parte di Sirya (un'altra me, 2007). La cover era 1968. Quando ho sentito il pezzo originale cantato da Flippo mi è piaciuto molto. Allora cercai di capire questi Elettrojoyce cosa avessero di speciale, ma mi sono fermato a "L'evoluzione naturale dei pesci" che non è riuscito mai a convincermi. Adesso, nel 2012, "Il Pilota E La Cameriera"  ha reso Filippo Gatti degno di entrare nella mia playlist personale.
Contrariamente a quello che leggo, Filippo non mi è mai sembrato vicino ai tiromancino/sinigallia o
Fabi, Silvestri, Gazzé, anzi mi sembra un'altra faccia dell'underground cantautoriale romano.

Per ora i tre pezzi della mia playlist sono i seguenti:

Lettera del cantautore ai presidenti del consiglio (Il Pilota E La Cameriera, 2012)
Ironica, Sardonica, e tutto ciò che dovrebbe avere una canzone d'oggi per diventare un veicolo per avvicinare i giovani alla politica.

Il Pilota E La Cameriera (Il Pilota E La Cameriera, 2012)
 Non capisco ancora il senso del testo, ma la musica è bella e le parole quando arriveranno ad un senso si sveleranno. Per ora mi accontento dell'accenno.

1968 (Tutto sta per cambiare, 2003)
 Questa canzone Filippo Gatti la canta con un minimalismo senza eguali. A confronto la cover di Syria è arricchita di una parte elettronica che la rende altrettanto bella. Una delle poche canzoni pubblicate nel nuovo secolo, che mi prefigura un'immagine di partenze, con tanto di pioggia e luci.

domenica 11 novembre 2012

Viriginiana Miller - Il primo lunedì del mondo, La generazione

I Virginiana Miller sono un gruppo alternative rock italiano originario di Livorno formatosi nel 1990. Un gruppo troppo indipendente anche per il panorama indipendente italiano, tanto che fino al 2010 non ne conoscevo l'esistenza. Il nome del gruppo si ispira a quello di una pianta dell’Orto botanico di Pisa.

Il frontman del gruppo è Simone Lenzi che oltre a cantare e scrivere i testi delle canzoni nel 2012 fa uscire un suo libro, La generazione (Dalai editore), con un uovo in bella mostra sulla copertina. Il tema è quello del “generare” e si impernia su domande che tutti prima o poi devono porsi: cos’è la paternità? Qual è oggi il ruolo del maschio?
Paolo Virzì (quello di Ovosodo, My name is Tanino e Tutta la vita davanti) se ne innamora e ci gira subito un film, con Thony (artista indipendente) come protagonista femminile.

Ma facciamo un saltello indietro. In silenzio dal 2006 - ultimo album Fuochi fatui d'artificio - perché "il mercato musicale andava in un altro verso rispetto a quello più consono ai Virginiana", pubblicano questo album straordinario, maturo, senza quasi mai cadere in tracce riempitivo: "Il primo lunedì del mondo".

Tracklist

1. Frequent Flyer: testo in inglese, quasi parlato. Sembra di stare attaccati al megafono di un aereoporto.
2. Lunedì: Non amo i lunedì e nemmeno Simone Lenzi.
"Oggi è il primo lunedì del mondo e ho chiuso la porta alle spalle
ora scendo giù
Girano al vento le foglie
le buste di plastica bianche
i pensieri di ieri
e le nostre parole non fanno più male così ".
3. Acque Sicure: "giù oltre le acque sicure
giù nelle nostre paure
gli schiaffi, i frangenti, i contrattempi.
Prendi aria, respira
siamo resti di un naufragio "
Un testo che sembra un tuffo in acqua durante un naufragio.
4. La Risposta:
"voglio l’abbraccio di mia madre
voglio le corse col mio cane
voglio un’ora d’aria
e voglio anche un caffè
le parole sono mani
e le mie mani sono stanche
se anche uscissero dall’acqua
credo non le aiuteresti "
Altro testo notevole, tutti questi voglio che è impossibile non sentire propri. Universale.
5. L'Angelo Necessario
6. L'inferno Sono Gli Altri:
"Le ragazze puntano pistole o le vedi fare la pipì
sì l’estate a Formentera e l’Erasmus a Lloret de Mar "
Attuale e verosimile.
7. Oggetto Piccolo (a): Da qualche parte ho letto che si tratta di canzone sulla anoressia. Potrebbe essere dedicato a qualsiasi argomento, anche sessuale.
8. Cruciverba: "Resto come 1. Orizzontale ". Si apre così.
9. Il Presidente: "dammi gli Stati Uniti e li divido per sempre". Utopico.
10. La Carezza del Papa:
"Tornando a casa stasera troverete i bambini
dategli quella carezza del papa
ma anche un calcio nel culo va bene
anche quello ogni tanto fa bene
come segno di amore sicuro
di contatto e calore animale
senza tante parole
tutte queste parole
che non cambiano niente
che non legano il sangue
spero tu mi perdoni ".
Il riferimento del titolo è la famosa frase di Papa Giovanni XXIII, il "papa buono". Ma è un pretesto per dar sfogo ad una geniale intuizione poetica, per dire in fondo che "mazza e panella fanno i figli belli".
11. E' la Pioggia Che Va: "Noi non vogliamo cadere,
non possiamo cadere più in giù,
ma non vedete nel cielo
quelle macchie di azzurro e di blu:
è la pioggia che va,
e ritorna il sereno "
Si chiude così il disco, con l'acqua che scende dal cielo per dare speranza anche a chi non può cadere più in giù di così.

mercoledì 7 novembre 2012

Marta sui tubi - Playlist

Marsala 2002
Giovanni Gulino (già voce degli Use And Abuse) e Carmelo Pipitone (già voce e chitarra dei RYM), entrambi marsalesi, vengono a conoscenza dei rispettivi progetti acustici scambiandosi dei demo nell’estate del 2002, e decidono di fare musica assieme. Nascono i Marta sui Tubi.

Nell’autunno dello stesso anno si trasferiscono a Bologna. Nella città emiliana danno vita ai Marta sui tubi, gruppo che si basa su due voci e una chitarra acustica. Il repertorio è molto vario, si parte da varie cover che spaziano da Jeff Buckley fino a Bugo, aggiungendo a queste una trentina di canzoni inedite. Continuano a suonare per tutta la stagione fredda nei pub bolognesi, riuscendo ad attirare sempre più pubblico e diventando un vero e proprio fenomeno underground. Nel mentre scrivono nuove canzoni che man mano propongono alla gente che va a vederli. Sarà l'album di esordio della band, Muscoli e dei, e verrà pubblicato nel 2003.

Nella mia playlist ideale ci sono questi tre brani:
Mercoledì (Afterhours presentano: Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?), 2009)
I Marta sui Tubi avevo provato ad ascoltarli più volte, ma senza successo a causa del loro modo alternativo di suonare. Invece nella raccolta post-sanremo 2009 degli afterhours (lode a Manuel Agnelli) c'è questo pezzo, Mercoledì, che fa subito presa su di me. Parla di un concerto da suonare in casa (o in casa di qualche amato/amante, non l'ho mai capito bene) e il testo ne parla come una tappa riposante.

Cromatica (Carne con gli occhi, 2011)
Un divertissment, il testo parla dei colori e della nascita del mondo. Le melodie sono insolitamente romantiche per il gruppo, eppure sembrano trovarsi a loro agio.

Cristiana (Carne con gli occhi, 2011)
Singolo di lancio del disco, il testo gioca con il doppio significato tra il nome proprio di persona e la religione. "Cristiana è il nome di una religione nella quale più non crede".

lunedì 5 novembre 2012

Amor Fou - De Pedis - testo, storia del gruppo e polemiche

Arrivederci primo amore mio
chi si violenta gode
arrivederci Padre
scusi se
non ho saputo ritrovare Dio
cercando solo in me.
Anche se ho visto certe cose che
offendono la sua bellezza,
se le sue mani mi volessero
le sposerei con le mie mani
mi direi che questa vita no
non è finita.
Arriverderci Roma scusa se
ti ho ricordato che si muore
arriverderci giovinezza mia
Trastevere di brutte cose
ricordati di me
Anche se ho fatto certe cose che
amplificano la mia vanità
se le tue mani mi volessero
le sposerei tra le mie mani
ti direi che questa vita no
non è possibile, non è possibile.

Amor Fou, De Pedis - da "I moralisti" 2010

Gli Amor Fou sono il gruppo dove canta e compone canzoni Alessandro Raina. Nascono a fine 2006 quando Alessandro Raina, ex voce dei Giardini di Mirò, incontra Leziero Rescigno, membro dei La Crus. La formazione iniziale del gruppo prevede anche la presenza di Cesare Malfatti (La Crus, The Dining Rooms) e Luca Saporiti (Lagash).
Il 1º ottobre 2007 esce il disco d'esordio, dal titolo La stagione del cannibale (Homesleep Music). Il disco ripercorre la vicenda personale di una coppia di ex amanti separatisi il giorno della strage di piazza Fontana. Il disco è influenzato dal cantautorato italiano e dal pop elettronico. Dall'album verranno estratti due singoli: Il periodo ipotetico e Se un ragazzino appicca il fuoco.

Se un ragazzino appicca il fuoco lo vidi in un albergo di Roma, mentre mi spicciavo per andare a lavoro. Era febbraio 2008, mi ero appena sposato, avevo cambiato azienda ma non lavoro, e mi avevano mandato subito in trasferta per prendere delle competenze. Mi innamorai del video, del sound, anche se degli Amor fou avevo sentito parlare, avevo ascoltato qualcosa ma, devo ammettere, con un po' di pregiudizio.

Enrico De Pedis, detto Renatino (Roma, 15 maggio 1954 – Roma, 2 febbraio 1990), è stato un criminale italiano, boss dell'organizzazione criminale romana nota come Banda della Magliana.

Il suo nome, oltre a molti dei misfatti della Banda, è legato alla vicenda di Emanuela Orlandi, la ragazza di cittadinanza vaticana scomparsa nel 1983, il cui caso è stato spesso messo in relazione con il caso Calvi e i rapporti tra Vaticano e Banco Ambrosiano.

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Una lettera aperta a Gianni Alemanno in relazione alle polemiche su De Pedis
Un appello ai registi del cinema inchiesta e ai politici per un confronto reale fra autori e istituzioni sul ruolo educativo e di inchiesta dell'arte, contro il disimpegno dilagante, contro le censure preventive.

Gentile Sindaco Alemanno,

In relazione alla pubblicazione del brano 'De Pedis', da me composto insieme al gruppo Amor Fou, Lei ha dichiarato che sarebbe in atto "il tentativo di dipingere in maniera romantica una vicenda brutta e criminale". Cercherò di replicarLe con completezza auspicando di poter trarre elementi costruttivi da un'inattesa occasione di confronto fra alcune istanze della mia professione e le Istituzioni che Lei rappresenta.

Confido nella Sua volontà di non sprecare l'ennesima opportunità per approfondire le ragioni dei fraintendimenti che troppo spesso contaminano il rapporto fra autori e Istituzioni in Italia, danneggiando la qualità della vita di ognuno di noi.

Premetto di avere condiviso le Sue perplessità circa l'uso di statue di polistirolo raffiguranti quattro boss della Magliana al solo scopo di promuovere una fiction tv. Non posso però non ricordare di avere seguito la fiction stessa in onda su Canale 5, ovvero sulle reti di proprietà del nostro premier che pure di recente ha denunciato un' eccessiva spettacolarizzazione del crimine, e non ricordo inviti a boicottare la visione da parte di nessun esponente politico della Sua area.
Premetto di aver enormemente apprezzato la decisione del Ministero di Giustizia di riaprire le indagini sulla morte di Pierpaolo Pasolini, sollecitate dalla diffusione di un filmato del povero Sergio Citti e dalle parole di Walter Veltroni.

Ciò premesso vorrei poterLe chiarire alcuni presupposti della mia professione di cantautore.

Se ho scelto di dedicare la mia vita alla musica e alla cultura del nostro paese, è anche perché sono stato educato a valori e a gesti che per decenni hanno reso l'Italia una culla esemplare di civiltà e una fucina inesauribile di contenuti. Un'Italia che sapeva ancora produrre da sè gli anticorpi per cercare di guarire da certe malattie croniche, in cui le parole di condanna di un giovane Giulio Andreotti non scalfivano la verità di un capolavoro come 'Umberto D.' di Vittorio De Sica, girato al fine di rappresentare la meschinità del paese reale. Gettando luce sulle miserie morali di un'Italia in piena ricostruzione non credo che De Sica amasse meno gli italiani. Credo
anzi che cercasse di aiutarli a rispettarsi e a capirsi di piu' e credo che questa missione vada condivisa tanto dagli artisti quanto dalla politica che Lei rappresenta.

Nel Liceo di provincia che mi sono onorato di frequentare studiammo i classici greci e scoprimmo che nella cultura europea, grazie al realismo di Euripide, l'eroe non è sempre un risoluto protagonista positivo, ma sovente una persona problematica ed insicura, non priva di conflitti interiori.
Imparammo che già nel quinto secolo avanti Cristo, attraverso l'arte, la tormentata sensibilità e le pulsioni irrazionali e distruttive di un uomo potevano scontrarsi con la ragione e con la morale degli spettatori a cui quest'arte era proposta. Da questa esperienza non sorgeva mai un'esigenza di censura, ma un momento di identificazione collettiva. Esattamente quello che accade oggi a milioni di persone, non tanto davanti alle opere di Ronconi ma - piu' sovente - alle puntate del Grande Fratello.

La lezione dei tragici greci non l'ho mai dimenticata e forse mi è servita ad elaborare meglio l'insensatezza dell'agire umano, del crimine, della volontà di sopruso che percorre la nostra storia. Non so quali intenti abbiano animato Giancarlo De Cataldo, Michele Placido, Paolo Sorrentino, Roberto Saviano, Matteo Garrone, Francesco Rosi e i grandi registi del cinema di inchiesta nell'atto di rappresentare personalità così spietate nell'imporre la legge del crimine.

Sono certo però non lo abbiano fatto per fomentare il disordine sociale.

Le scrivo dunque sulla base delle ragioni che Lei adotta per stigmatizzare la mia presunta ' indulgenza ' verso certe tematiche, confidando nel fatto che anche Lei condivida che certe tematiche vadano in qualche modo documentate. Secondo il Suo collega Renato Brunetta infatti è quasi solo il potenziale commerciale a determinare il valore e la 'sostenibilità' di un'opera culturale. Va da sè che se questa tesi venisse applicata alla storia del cinema nessun produttore avrebbe mai investito un centesimo su molti capolavori dal modestissimo appeal commerciale, privando la nostra esistenza della visione di certe opere di Pietro Germi, De Sica o Michelangelo Antonioni.

Mai come oggi, di fronte alla disarmante rimozione di senso civico che riguarda e coinvolge ognuno di noi, sarebbe d'uopo riconoscere il reciproco ruolo, e rilanciare un confronto reale fra autori, cittadini e istituzioni che rifletta sugli strumenti di cui disponiamo per comprendere meglio la quotidianità, siano essi esempi viventi, film, dischi, saggi o occasioni di confronto pubblico. Comprendendo e approfondendo certi contenuti prima di censurarli forse riusciremmo a tutelare l'elemento divulgativo che l'arte, così come la politica al pari dell'insegnamento scolastico, deve recuperare pienamente per fronteggiare la catastrofe del disimpegno. Ci riapproprieremmo di una parvenza di valore civile. E forse eviteremmo una volta per tutte i fraintendimenti alla base del Suo intervento.


Ho 32 anni e qualcosa ho fatto in tempo a vedere.

Ricordo per esempio un 30 Marzo a Roma, il giorno della la morte di Peppe Dimitri,
un nome che Lei conosce bene. Ricordo nodi di rune sui muri della città, che non Vi
premuraste di far cancellare. Ricordo un'orazione funebre che citò l'Iliade e un feretro sorretto anche dalle Sue braccia, circondato da persone dispostesi in modo da rappresentare una runa a forma di freccia.
Mi chiedo se Lei si sia posto, nel celebrare la memoria di un amico attraverso quei simboli, il problema del rischio di far involontariamente apparire romantica, o esemplare, una vicenda - ovvero l'eversione e chi ne fece parte - dai risvolti storicamente, per usare le Sue parole, brutti e criminali.

Avrei potuto dedicare una canzone alla pubblica rappresentazione di cotanto idealismo e della storia tragica che questo idealismo rievocava attraverso quel rito funebre. Avrei potuto scrivere ispirandomi alla figura di Peppe Dimitri o a quella del militante di Prima Linea Roberto Rosso, poiché entrambi, hanno rappresentato esistenze emblematiche per la nostra memoria collettiva, esistenze il cui idealismo assunse contorni drammatici e distruttivi.
Un idealismo che insanguinò la capitale e l'Italia non meno dei crimini commessi
da Enrico De Pedis.

Le assicuro che li avrei considerati, innanzitutto, uomini, perché credo che una canzone - che nessuno, né l'autore né l'ascoltatore, deve mai confondere con un manifesto ideologico - possa dire moltissimo sulla condizione umana.
Ce lo insegnano De Andrè, Luigi Tenco, Piero Ciampi e tanti altri.

Vorrei poter convenire con Lei che la presunta 'cattiva pubblicità' sia la causa prima di tanti comportamenti antisociali, ma Lei sa bene che la realtà, i suoi simboli ed i suoi riti, sono cosa molto piu' complessa di una mera legge di causa-effetto. La storia ci consegna eroi positivi, negativi e uomini qualunque che spesso riassumono entrambe le polarità. E' compito di ognuno di noi farsi trovare lucido al cospetto di quanto ci appare controverso o scandaloso, al fine di evitare le mistificazioni del moralismo e dell'ideologia.

Che certi personaggi abbiano i tratti seducenti di qualche sanguinario eroe gotico o le sembianze grottesche dei compagni di merende non deve incidere sulla nostra facoltà di comprensione. Non è l'oblio forzato, non è il divieto a rappresentare il peggio di noi stessi che ci permette di elaborare ed esorcizzare il malvagio.

A volte la vita, sig. Alemanno, è di per sè romanzesca, nei suoi momenti di epica, di grandezza e di miseria. Proprio per questa ragione non è con il metro della censura, ma innanzitutto con pazienza e sensibilità, che ci si dovrebbe accostare all'arte che, di tanto in tanto, camminando sul filo, cerca di rappresentare una piccola parte della nostra vita attraverso una canzone e la responsabilità che ci si assume nell'atto di condividerla.


In quest'ottica Le ripropongo, congedandomi, le bellissime parole di Francesco Rosi..

"L'arte si accompagna sempre a una sofferenza. (...) Non si è mai sicuri di aver raggiunto la verità di quello che si voleva dire, mai certi di essere capaci di assumersi la responsabilità del legame fra sé e gli altri. Non si può essere solitari. La creazione in origine è certamente un atto solitario, ma l'oggetto della creazione appartiene a tutti, è un oggetto sociale.
Essere creatore deriva da questa esigenza: ci si rende conto di avere una responsabilità nei confronti di tutti, e occorre assumersela completamente, malgrado i dubbi e le sofferenze."

Cordialmente

Alessandro Raina

Milano

13.06.2010

domenica 4 novembre 2012

Mambassa - Playlist

Mambassa (Cuneo 1995)
I Mambassa, definiti pop-rock-folk-punk, nascono a Bra nel 1995 in provincia di Cuneo.
Fabrizio Napoli e Stefano Sardo danno il via nel 95 al progetto musicale dei Mambassa, assieme a Davide Tallone, Massimo Lorenzon, Enzo Fissore e Paolo Aloi.

Stefano Sardo, si è dedica anche a scrivere film ("La Doppia Ora", "Tatanka") ed i Mambassa sono presenti anche nella colonna sonora del drammatico Tatanka di Giuseppe Gagliardi con il brano Non è per voi.

Nel 2012 realizzano la colonna sonora del film "Workers - Pronti a tutto", diretto da Lorenzo Vignolo. La colonna sonora del film che contiene molti brani inediti (tra i quali Anni da perdere, Workers, Noi) ed io se non preparavo questo post non l'avrei mai saputo. Non sono molto pubblicizzati i Mambassa, poco indipendenti per il movimento indy, ma non abbastanza mainstream. Sono in quel limbo di gruppi che mi piacciono ma non riesco a seguirne purtroppo le evoluzioni.

Sicuramente nella mia playlist non mancano le seguenti canzoni:


Il Cronista (Mi Manca Chiunque, 2002)
Giorni non vissuti per raccontare storie non proprie. Questo è il soggetto su cui si muove il testo de "il Cronista". Il protagonista si piange addosso per aver raccontato invece di vissuto. La musica è un bel rock melodico di quelli che sulle radio non trovano spazio.

Alice non si sveglia (Mi Manca Chiunque, 2002)
Getta un ponte immaginario con l'Alice di De Gregori; sì perché anche questa canzone lascia qualche dubbio all'ascoltatore. Chi è Alice, in che rapporti è con la voce narrante, perché giace a terra? Si tratta di omicidio o del solito sesso? Il finale dice di riprendersi il passato perché "non lo voglio più", in un finale ripetitivo giustificato dal crescendo.

Casting (LP, 2010)
Il video è un "casting": fatto da attori italiani conosciuti e semplici comparse.
Il testo gioca tra sulla metafora dell'essere entrato nel casting e tentare la via artistica invece di godersi la vita. Il concetto è molto simile al testo del cronista, dove la metafora veniva fatta con il giornalismo.


Canzone d'odio (Mambassa, 2004)
Syria la portò al grande/medio pubblico. Anzi se ci fosse stato nel 2008 il Festivalbar secondo me il pezzo avrebbe avuto più pubblicità e forse ora staremmo qui a parlare di storie andate a finire in maniera diversa. Il testo è rancoroso, parla d'odio; l'idea del testo è simile a "Iodio" pezzo portafortuna dei Bluvertigo. Purtroppo questo pezzo non ha avuto egual successo.

L'antidoto (Mambassa, 2004)
L'antidoto viene chiesto alla "avvelenatrice" di cuori. "come se fosse facile
come se avessi dove andare/come se il veleno che sei, che sei per me/non fosse mortale". E ancora: "l’esangue ormai teatrino dei miei miseri scongiuri a te/si esaurirà e svanirà io invoco qui/l’antidoto/contro di te dentro di me".

1972 (Mi Manca Chiunque, 2002 & Live at HMA, 2011)
Live at HMA sta per “dal vivo all'Hiroshima Mon Amour”, ed è proprio dal vivo che la canzone acquista una identità più forte. Il live viene distribuito gratis a chiunque si iscriva al sito www.mambassa.com. "e dire che perdersi era facile/bruciarsi in una notte no/ci siamo andati a tanto così". Una canzone su quello che poteva essere e che per fortuna non è stato.

sabato 3 novembre 2012

Il Triangolo - Tutte le canzoni - Recensione

Ci sono dischi che mi fanno dormire. Ed è un bene perché mi rilassano, sono come le carezze di una mamma. Ricordo Paola Maugeri in "Segnali di Fumo" che si complimentava con una band italiana (non ricordo assolutamente quale band perché non era e non è per me importante ricordarlo) perché erano gli autori dell'ultimo CD che lei metteva nel lettore prima di addormentarsi.

Dookie stranamente mi faceva addormentare. Così come i Negrita di qualche anno fa ed i Sugarfree. Tutti gruppi che ho amato proprio per questa capacità che avevano di lasciarmi andare, distendere i nervi ed abbandonarmi ad un riposino rinfrancante. Oggi nel 2012 ho ritrovato questo effetto nell'album di esordio de "il triangolo" dal titolo "tutte le canzoni".

 "Nessuna pietà per quelli che odiano gli anni Sessanta". Il trio lombardo esordisce con un disco che suona anni 60 ma parla giovane. Giovane nell'accezione positiva, non in quella canzonatoria cabarettistica. "Battisti" e "Giurami" prendono e si fanno cantare subito. In "Quando Isacco gridò contro il popolo" urlano le voci e le chitarre in uno sfogo liberatorio incontrollato. Tutto il resto di tutte le altre canzoni mi arriva al cuore a sprazzi, tra un pisolino ed una ronfata, e mi sveglio contento di essermi riuscito a rinfrancare con della buona musica.

venerdì 2 novembre 2012

Dogma - regola 10 - Incidere dischi tenendo presente che Dio C'è (ed anche una recensione ai Numero6)

Dio C'è, nel senso che per fortuna c'è il web, il panorama indipendente, la musica, i Numero6 e Michele Bitossi. All'inizio di questa lista di 10 regole dogmatiche i Numero6 avevano al più tre canzoni sul mio lettore mp3. Quindi forse mi sto facendo prendere dai gusti del momento, ma più ascolto e riascolto almeno 8 delle loro canzoni e più mi convinco che questo gruppo è molto vicino alle cose che mi piacciono.
Da questo post ne uscirà una recensione probabilmente.

C'è una cosa che odio delle recensioni musicali. I suggerimenti, tipo "Similar Artist: Baustelle". Qualsiasi cosa sia indie e provi a parlare a più di venticinque persone diventa Baustelliano. Se proprio vogliamo fare un gioco scemo i Numero6 mi sembrano Pezzali che canta su delle basi dei Baustelle. Ma le influenze sono molteplici e non voglio sprecare tempo ad elencarle, perché ogni artista è simile soprattutto a se stesso.

Altra cosa che mi stanca: associare la vicenda di Bitossi e dei Numero6 a quella dei Diaframma e di Fiumani, per poi chiedersi "perché" ci sono gruppi meno meritevoli che sfondano invece loro no. Il perché è nella testa della gente, nei gusti di chi ascolta musica italiana, e non me la prenderei con radio deejay che passa i Club Dogo, Marracash, Fabri Fibra e Jay Z.

Rimane il fatto che "Dio c'è" è un gran bel disco. E' un disco divertente, e penso che i Numero6 si siano divertiti a suonarlo e registrarlo. Mi piace il passaggio“Re passaggio breve in si minore / Atterri in la e poi voli in fa minore diesis / E chiudi i conti in un bel sol” ed anche “Fare un ritornello pop / Vai di banalità a go-go / Di remore io non  ne ho / In fondo sono un gigolò!”, l'arrangiamento d’archi su “’66” canzone dedicata al Papà, il violino e Colapesce in “Un Mare”. “Mi vuoi bene per davvero? / O prendi solo per il culo?". Verrebbe da chiedersi quanto sul serio ci sia in questi testi e quanto sia presa per il culo.

Per quanto riguarda i lavori precedenti dei Numero6 mi piacciono molto i seguenti brani:
da piccolissimi pezzi (con e senza Prince)
due giganti
chiederti scusa

Consiglio il disco "Dio C'è" agli amanti del pop, del rock, dell'indie italiano, dei cantautori. Quasi a tutti i consumatori di musica italiana quindi.

giovedì 1 novembre 2012

Dogma - regola 9 - Scrivere belle canzoni

In astronomia, con perturbazione si indicano le alterazioni dell'orbita di un corpo causate da interazioni di altri oggetti.
Ad esempio, le orbite delle comete sono spesso perturbate dai campi gravitazionali dei pianeti giganti (l'influenza di Giove ha causato un aumento del periodo orbitale della cometa Hale-Bopp da 2800 a 4200 anni).

Ehm, no, non questa voce.

I Perturbazione nascono a Rivoli (TO), nel 1988, con una formazione diversa da quella attuale. I primi componenti della band sono Tommaso Cerasuolo (voce), Rossano Antonio Lo Mele (batteria) e due loro compagni di classe. Ad essi si aggiungeranno, l'anno successivo, Stefano Milano (basso) e Gigi Giancursi (chitarra). Esordiscono nel 1990, nel concerto di fine anno del liceo frequentato dai componenti della band, senza però la voce ufficiale, che rientrerà nel gruppo nel 1991, in sostituzione di Giorgio Mirto, fino ad allora voce e chitarra.

Nel 2010 a novembre, quindi esattamente due anni fa, sull'altro blog scrivevo un bel post, dal titolo Tommaso Cerasuolo - Perturbazione (voce). Lo riporto qui nella sede più adatta.

Tommaso Cerasuolo non ha una voce potente, forse nemmeno ricordabile, però scrive belle canzoni. Di quelle della bella tradizione italiana: testi significativi, musiche originali belle da sentire. Lontano dalle sperimentazioni, dalle mode del momento, Tommaso è il leader dei Perturbazione gruppo rock indie italiano nato a Rivoli (TO), nel 1988. Ora, se questo fosse un pezzo di Lucarelli, o un articolo rivelatorio di Saviano, saprei come chiamavano Tommaso al liceo (dove i Perturbazione sono nati) e potrei chiamarlo col soprannome per il resto del post, ma io non sono Lucarelli né tantomeno Saviano. Però mi piaceva l'idea di iniziare a scrivere partendo dal nome e dal cognome del mio protagonista serale. Protagonista anche delle mie fantasie sul blog che mi accompagnavano nel viaggio di ritorno, o mentre cambiavo il pannolino a cucciola. Non ci sono curiosità da registrare su Tommaso, nemmeno wikipedia le riporta, ma è molto curioso come la sua voce mi deluda sempre ai primi ascolti. Ricordo che sull'onda della scoperta dei Baustelle e del sottobosco indipendente nel 2006 cominciai a spulciare e battere qualsiasi strada che portasse a nuove scoperte. Lastfm (ma questa è un'altra storia direbbe Lucarelli) mi fece scoprire Animalia. Testo insolito ed estraniante, tanto bastò per conquistarmi del tutto. Era uscito da poco, nel 2005 Canzoni allo specchio (Mescal/Sony), prodotto da Paolo Benvegnù. Da questo album verranno estratti i singoli Se mi scrivi (videoclip con la regia di Guido Chiesa e, tra i protagonisti, Marina Massironi e Carlo Lucarelli), Chiedo alla polvere e Animalia (il cui videoclip è stato realizzato in animazione da Tommaso, cantante del gruppo). Ottimo video, vincitore non mi ricordo più di quale premio (potrei googlarlo, ma sono pigro e perderei il "segno").

Il 13 aprile 2007 esce il nuovo album del gruppo, dal titolo Pianissimo fortissimo, per l'etichetta EMI, con cui la band ha firmato un nuovo contratto nel 2006. L'album è stato anticipato in marzo dal singolo Un anno in più, che il gruppo ha messo a disposizione per il download gratuito sul proprio sito, nell'intera giornata del 14 febbraio. Il primo singolo pubblicato è Battiti per minuto. Nel mese di ottobre 2007 è uscito il secondo singolo Nel mio scrigno. Tutti e tre non mi convincono, ma ad ogni singolo riprovo ad ascoltare l'album, ed alla fine finisco con l'accettarlo.

Nel 2009 esce Le città viste dal basso, vinile pubblicato in sole 999 copie, che raccoglie il meglio del tour omonimo, ma proprio per le sue caratteristiche di distribuzione mi sfugge, e lo ascolto solo quest'anno, poco prima di maggio 2010 quando esce Del nostro tempo rubato, un album doppio. Per non parlare dell'album con testi in inglese in download gratuito (se non mi sbaglio ancora oggi, quasi a dicembre 2010, è disponibile... potrei... ma sono pigro non controllo).
Le città viste dal basso è live e ricco di collaborazioni, mi piace ma lo abbandono subito come tutti i live che ascolto di solito. Del nostro tempo rubato invece mi delude, lo abbandono. Poi ha troppe tracce. A fine novembre sull'onda delle ottime recensioni dei singoli estratti ci riprovo. Beh, mi piace. Non mi smentisce Tommaso, mi piace e poi non mi piace mi delude alla fine mi ripiace. Definitivamente oserei dire. Poi Tommaso è anche altro, eh.

Un concerto a Salerno con moglia (che ancora li quasignora) non visto perché non siamo proprio popolo da concerti. Quando sapemmo che le 20 era un orario fittizio per dire le 24 ripiegammo per il lungomare ed i nostri panini portati da casa. Altro che concertari!

Tommaso è anche il testo di Leggere Parole, un testo fantastico.

Tommaso e i Perturbazione sono protagonisti anche di importanti e acclamati happening e grandi eventi. L'originale idea del Concerto per disegnatore e orchestra (colonna sonora dal vivo di un lungometraggio disegnato/animato "in diretta" da Tommaso Cerasuolo), realizzato anche in occasione della giornata inaugurale di Torino Capitale Mondiale del Libro, sotto il patrocinio dell'UNESCO. La sonorizzazione della copia restaurata dal Museo Nazionale del Cinema di Maciste, come evento di apertura del Torino Traffic Festival 2006. E Le città viste dal basso, spettacolo teatrale che coniuga musica, letteratura e grandi ospiti: Meg, Manuel Agnelli (Afterhours), Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus), Emidio Clementi (Massimo Volume), Simone Lenzi (Virginiana Miller), Francesco Bianconi (Baustelle), Remo Remotti, Syria e molti altri. Lo spettacolo è poi stato inciso su un disco omonimo contenente le cover degli artisti coinvolti.

Inoltre, nel 2006, i Perturbazione hanno partecipato ad un album-tributo dedicato ai Belle and Sebastian, A Century of Covers, con la versione italiana di Get me away from here I’m dying (Portami via di qui, sto male).

Ma torniamo ad oggi, Halloween 2012. Ecco cosa c'è nella home del sito ufficiale.

Si volta pagina. Si ricomincia. Si ritorna. Si riparte.
Dove ci eravamo lasciati? Ci siamo mai davvero lasciati?
Nell’ultimo periodo abbiamo lasciato che nuove canzoni ci venissero a visitare. Le abbiamo fatte entrare nella nostra sala prove. Poi abbiamo chiuso la porta. Si sono uditi strani rumori dentro. All’esterno tutto tranquillo. La porta è insonorizzata. Altrimenti per ben 19 volte qualcuno avrebbe sentito degli strani rumori. A quel punto ci serviva che qualcuno venisse ad ascoltare il risultato. Perchè ci sembrava insolito rispetto ai nostri lavori precedenti. In fondo con “Del nostro tempo rubato” abbiamo dato sfogo a tutte le possibilità che il nostro repertorio eterogeneo consentisse.
Così abbiamo fatto un numero di telefono.
Da dietro una scrivania, seduto su una poltrona in pelle rigorosamente umana, qualcuno ha risposto.
Ha inforcato i suoi occhiali senza stanghette ed è venuto nella nostra sala prove.
Abbiamo richiuso la porta.
Ora Max Casacci lavora con noi e sarà il produttore artistico del nostro prossimo disco che uscirà intorno a Marzo 2013 per Mescal con cui già collaborammo per “Canzoni allo specchio”.
E non sentitevi troppo rassicurati, perchè dietro quella porta stanno accadendo delle cose davvero insolite.
A metà novembre cominceranno le registrazioni.
Buon Halloween.